02 87264399 info@pepita.it
Condividi l'articolo di Pepita con i tuoi contatti

Si fa presto a dire sogni d’oro, ma questo semplice auspicio quotidiano parte da un presupposto fondamentale: dormire bene. Non è una cosa scontata, il buon sonno dipende da molti fattori: alimentazione, postura, stress, regolarità. A queste variabili, da qualche anno, si aggiungono fattori legati alle nuove tecnologie. Dalla famigerata “luce blu” alle onde elettromagnetiche, sempre più associate dalla comunità scientifica ad alcuni rischi per la salute dei più piccoli. In questo senso sarebbe utile evitare che il bambino dorma vicino alle fonti di tali onde, lontano dagli strumenti cordless e dalla tecnologia wireless.

Device e sonno

Parliamo ovviamente di smartphone, tablet e, più in generale, del mondo digitale. Basta dimenticarsi uno smartwatch al polso per condizionare le nostre ore in compagnia di Morfeo. Eppure non riusciamo a rinunciare ai nostri device, tanto da volerli accanto a noi anche mentre dormiamo, magari proprio con la scusa di “monitorare il ciclo del sonno”.

Gli studi scientifici sul sonno

Secondo gli studi scientifici, il corpo e la mente di un adulto avrebbero bisogno di un numero di ore di sonno compreso tra le 7 e le 8 ore consecutive. Comunque non meno di 6.
Diverso il discorso per i più piccoli. Bambini e adolescenti hanno bisogno di dormire di più, poiché il sonno assolve a diverse funzioni: favorisce lo sviluppo cerebrale (a partire dalla fase Rem), consolida memoria e apprendimento, sostiene la fase della crescita, rafforza il sistema immunitario e consente al cervello di recuperare dopo la lunga fase della veglia.

Il progetto Connessioni Delicate

In questa logica è quindi molto importante che gli adulti rispettino i ritmi di sonno dei piccoli. Uno dei punti discriminanti è l’utilizzo del web da parte dei minori. Il rapporto tra internet e minori rientra pienamente nelle tematiche inerenti la salute dei nostri figli.
Sono gli stessi medici ad averlo chiarito, come conferma l’iniziativa “Connessioni Delicate”, promosso dalle principali associazioni di pediatri in collaborazione con Meta e Fondazione Carolina. Nella sua fase preliminare, il progetto ha realizzato una mappatura attorno alle abitudini digitali delle famiglie.

L’indagine, forte della collaborazione di oltre 400 pediatri su tutto il territorio nazionale ha restituito che circa il 26% dei genitori permette ai propri figli di utilizzare smartphone e tablet in autonomia tra 0 e 2 anni. La percentuale sale al 62% per la fascia dei bimbi tra i 3 e i 5 anni, all’82% nella fascia 6-10 anni e addirittura al 95% per i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni.

Assistenti vocali e ninna nanna

Dalla ninna nanna all’intrattenimento delle nuove generazioni, emerge un utilizzo crescente degli strumenti digitali. Sempre più famiglie si affidano all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, anche con ninne nanne prodotte dagli assistenti vocali.
Tutto questo incide sul naturale sviluppo psicofisico del minore. Soprattutto in relazione ad alcuni passaggi cruciali nel percorso di crescita che possono incidere sulla durata e sulla qualità del sonno.

Tappe e cambiamenti che influiscono sul sonno dei più piccoli

Alcuni cambiamenti possono verificarsi quando il bambino impara a muoversi in modo autonomo (gattonare e camminare) e, in generale, nel periodo fino ai 2 anni di età, quando subentra l’ansia da separazione. Un fattore che aumenta la fatica di separarsi dai genitori anche per andare a dormire.
Tra le cause più frequenti di possibili risvegli notturni, oltre alla dentizione e alla fase digestiva, l’inserimento al nido o alla scuola d’infanzia rappresenta senza dubbio una fase delicata.
Anche la nascita del fratellino o della sorellina, può condizionare il sonno dei più piccoli, come pure la ripresa lavorativa della mamma e la frequentazione più marcata di altri adulti, dai nonni agli educatori.

Accompagnare i piccoli al sonno

In questi passaggi, la serenità in famiglia e un accompagnamento sereno dei genitori al momento del coricarsi rappresentano un grande aiuto.
Piccole abitudini serali, come giocare insieme, inventare una storia divertente, o semplicemente leggere una fiaba, possono rappresentare quel punto fermo capace di garantire una stabilità, in primis emotiva, ai nostri figli. Una piccola oasi, fatta di attenzioni e dialogo, in cui i rumori del mondo non possono entrare.
Il momento ideale per dire “Sogni d’oro”.