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Sui nostri ragazzi si fa tanto, troppo fumo. Non solo nel senso della confusione, dei luoghi comuni che caratterizzano lo guardo sempre meno attento del mondo adulto sull’orizzonte delle nuove generazioni, ma proprio nel senso letterale del termine.

Tra i giovanissimi impazza la moda delle sigarette elettroniche, si tratta delle ormai onnipresenti e-cig, con le quali le nuove generazioni “swapano”, ovvero fumano, con mille varianti di aromi, marchi e prezzi. Una moda legata a doppio filo con il mondo online, anche grazie alle tantissime web star che impazzano nelle varie piattaforme streaming, da YouTube a Twitch, come pure su tutti i social network.

L’allarme salute dell’OMS parte dagli 8 anni

L’Organizzazione mondiale della sanità ha rilanciato di recente l’allarme fumo tra i minori, finanche tra i bambini. Nello specifico si parla delle sigarette elettroniche, ormai un segno distintivo della Generazione Z, anche grazie a campagne di marketing aggressive che utilizzano perfino personaggi dei cartoni animati. Dietro ai nuovi gusti esotici e agli aromi sempre rinnovati, l’industria del tabacco spinge sulle e-cig per reclutare fumatori proprio tra i più giovani.

Attraverso i social media e gli influencer questi prodotti raggiungono un target di consumatori a partire dagli 8 anni d’età, come evidenziato dal report dell’Oms.

Oltre alla presenza di nicotina e di sostanze nocive, gli effetti dell’uso eccessivo di questi dispositivi elettronici possono condizionare lo sviluppo del cervello e portare a disturbi dell’apprendimento. 

Swapare può diventare una dipendenza

Negli ultimi 10 anni l’uso di tabacco tra i 13 e i 15enni è sceso dal 21 al 16 per cento. Un dato apparentemente positivo, ma che va contestualizzato nella crescente diffusione delle sigarette elettroniche, praticamente onnipresenti nella mano dei ragazzi che non impugna lo smartphone

Tutto sembra collegato, in qualche modo connesso alla Rete. Un mercato appetibile per tutte le multinazionali, per cui la dipendenza da web rappresenta un bacino inesauribile di nuovi clienti. Il dato medio sul tempo di connessione online riportato dalle principali statistiche racconta che i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorrono più di due mesi l’anno solo sui social network.

Il vuoto educativo apre le porte al vizio del fumo

Un monte ore impressionante, che deve essere letto anche in termini di qualità, rispetto all’esperienza autonoma dei minori online. Questa sovraesposizione alla dimensione digitale risulta sempre più precoce. La mancanza di monitoraggio e accompagnamento da parte degli adulti in questo costante viaggio di bambini e ragazzi sul web, rappresenta un rischio evidente in termine di salute, mentale e fisica, per tutte le nuove generazioni. A partire dai soggetti meno strutturati, più giovani e fragili, che confondono la moda di uno status simbol con quello che in realtà, ben presto, diventa un vero e proprio vizio.