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Dall’indagine, promossa nell’ambito del progetto Europeo ASAP conferma la scarsa presenza dei genitori nella vita online dei ragazzi. Intanto la scuola chiede più formazione sulla sicurezza online.

La salute dei ragazzi passa dal benessere digitale. Quando intervenire? ASAP! È questo il nome del progetto Erasmus+ che affronta il tema della diffusione e dell’uso dei #media digitali e sociali tra i preadolescenti (11-13 anni). Il percorso mette a sistema esperienze, informazioni e risorse attivate da 5 Paesi Europei in tema di prevenzione alla violenza digitale tra minori, con l’obiettivo di mettere a disposizione nuovi strumenti educativi, fruibili anche oltre i confini geografici. Un programma pluriennale, capace di coinvolgere le scuole, le famiglie e i ragazzi di Portogallo, Croazia, Slovenia, Italia e Repubblica Ceca.

Un percorso di ampio respiro che ha visto gli esperti di Pepita collaborare con l’Istituto comprensivo via Bologna di Bresso, in provincia di Milano, al fine di promuovere una comprensione più ampia e consapevole dei media digitali, fornendo a studenti, insegnanti e famiglie nozioni e metodologie per navigare in modo sicuro e consapevole.

Nella settimana del Safer Internet Day, tradizionalmente dedicata alla sicurezza online dei minori, i referenti internazionali del progetto si sono riuniti a Milano per un simposio aperto ad esperti del mondo accademico, giuridico e comunicativo.

Nell’occasione Ivano Zoppi, Presidente Pepita, ha presentato i dati di una survey sull’alfabetizzazione digitale della comunità educante, con tre indagini integrate sulle abitudini online di studenti, genitori e insegnanti.

Dallo studio emerge che il supporto genitoriale è più focalizzato sulla sicurezza, ma manca un coinvolgimento attivo e continuo nell’esperienza digitale dei ragazzi”, commenta Ivano Zoppi.

Il 65% riferisce che i genitori raramente o mai si siedono accanto a loro durante l’uso di Internet. “Un dato piuttosto indicativo – aggiunge il Presidente Pepita – rispetto alla percezione del ruolo che web e social, nel bene e nel male, rivestono nel vissuto onlife delle nuove generazioni”.  Nonostante le cronache continuino a riparare episodi negativi, talvolta drammatici, in conseguenza di un uso improprio o scorretto delle nuove tecnologie, una larga parte di bambini e preadolescenti sono liberi di registrarsi autonomamente ai social e alle piattaforme digitali, molte volte anche prima dell’età indicata nelle policy e stabilita dalle normative europee e nazionali. “Le percentuali più alte di profili aperti direttamente dai ragazzi si registrano su TikTok (40%), YouTube (44%), Spotify (44%) e Instagram (34%). Un trend – conclude Ivano Zoppi – che impone una riflessione attenta e lucida sulla reale efficacia della sensibilizzazione fine a se stessa, che invece deve essere accompagnata da una formazione più continua e capillare a tutti i soggetti coinvolti, genitori in primis”.

Solo il 38% dei ragazzi riceve spesso o molto spesso consigli su come usare Internet in modo sicuro. Ancora meno (il 28%) dichiara di ricevere istruzioni con una certa frequenza.

FOCUS STUDENTI

Campione di oltre 500 studenti nati tra il 2000 e il 2015. L’anno medio di nascita è 2011., dalle scuole primarie al primo anno delle superiori di secondo grado.

I device più utilizzati

  • Lo smartphone è il dispositivo più utilizzato, l’88% lo usa almeno una volta al giorno.
  • Il computer è utilizzato settimanalmente dal 45%, mentre il 15% lo usa quotidianamente.
  • Il tablet è il dispositivo meno usato, con il 46% che non lo utilizza quasi mai.
  • La console per videogiochi viene utilizzata quotidianamente dal 22%, ma il 38% non la usa mai.
  • La Smart TV è più frequente del tablet, con il 44%.

Utilizzo dei Social Media

WhatsApp è risultato il social più utilizzato, con l’89% degli intervistati. YouTube, scelto dall’81%, dimostra la centralità delle piattaforme di streaming video.

Seguono Spotify (61%), TikTok (55%) e Instagram (54%), che evidenziano l’attrattiva dei contenuti audiovisivi e delle piattaforme basate sull’interazione visiva. Altri social come Snapchat (32%), BeReal (34%) e Pinterest (30%) hanno percentuali significative, mentre piattaforme come Twitch (18%), Discord (15%), Twitter/X (8%), Reddit (6%) e Facebook (6%) raccolgono un pubblico più ridotto ma stabile.

Una piccola percentuale ha dichiarato di non usare i social media (4%) o ha preferito non rispondere (1%).

Molti utenti hanno menzionato alternative alle piattaforme più tradizionali, come Telegram (27%), Messenger (3%), Threads (3%), WeChat (1%) e Viber (1%).

Educazione digitale in famiglia, l’esposizione dei ragazzi ai pericoli online

L’accesso ai social network è consentito liberamente per il 59%, mentre il 16% può utilizzarli solo sotto supervisione, e il 15% non ha il permesso, ma lo usa comunque.

Guardare videoclip su piattaforme come YouTube risulta essere l’attività con meno restrizioni: l’81% degli intervistati può farlo senza limitazioni, mentre solo il 12% ha bisogno di permesso o supervisione, e una piccolissima percentuale (3%) non ha il permesso, ma lo fa comunque.

Per quanto riguarda il gioco online con altre persone, il 61% può farlo liberamente,

  • ll 40% degli intervistati afferma che i genitori non vigilano sulle loro esperienze in Rete
  • Il 44% solo qualche volta
  • Il 13% spesso o molto spesso
  • Il 3% non risponde
  • Il 25% riferisce che i genitori chiedono il permesso ogni volta prima di effettuare controlli.

FOCUS GENITORI

(nati tra il 2010 e il 2015)

Solamente il 51% dei genitori raggiunti si dichiara in grado di aiutare i figli.

Età primo smartphone:

Quasi 7 figli su 10 ricevono il primo smartphone tra i 10 e gli 11 anni.

  • 45% a 11 anni
  • 23% a 10 anni
  • 16% a 12 anni
  • 9% a 9 anni
  • 4% a 8 anni

Età superiori ai 12 anni sono meno comuni, con percentuali che decrescono significativamente (13 anni il 2%, 14 anni l’1% e 15 anni meno dell’1%).

Tra le motivazioni che giustificano un’apertura così precoce all’uso autonomo dello smartphone:

  • Reperibilità, autonomia e sicurezza (circa il 45% dei rispondenti)
  • Integrazione sociale ed emulazione (circa 16%)
  • Regalo per ricorrenza (circa il 16%)
  • Esigenze scolastiche e logistiche (circa il 13%)

Preoccupano social e immagini personali

Il 47% consente ai figli di guardare videoclip su piattaforme come YouTube senza restrizioni, e il 42% permette l’uso della videocamera (ad esempio, per videochiamate) in qualsiasi momento. Tuttavia, per attività come l’utilizzo dei social network, la situazione cambia: il 39% dei genitori vieta totalmente l’uso di piattaforme come TikTok, Snapchat e Instagram

La condivisione di foto, video o musica online è vista con altrettanta preoccupazione (la vieta il 29%).

Gli strumenti di tutela e controllo

Una larga maggioranza dei genitori (71%) utilizza strumenti di parental control, dimostrando attenzione alla protezione online. Solo il 27% non ne fa uso.

Il 78% dei applica regole sul tempo online, indicando che la gestione del tempo digitale è una priorità per molte famiglie. Una percentuale più bassa (45%) adotta servizi specifici per limitare il tempo online e il 68% utilizza tecnologie di localizzazione per monitorare la posizione

Lo spauracchio dei download

“App scaricate” e “acquisti in-app” sono tra le attività più monitorate: rispettivamente il 38% e il 33% dei genitori  le controllano spesso o molto spesso. Ciò implica una forte preoccupazione per i rischi legati a contenuti inappropriati o spese non autorizzate.

Eppure il 34% delle famiglie non controlla gli acquisti nelle App Store, un dato significativo che rivela una scarsa consapevolezza dei rischi economici che oggi toccano da vicino i minori, anche prima dei 14 anni.

FOCUS INSEGNANTI

(con studenti tra 11-13 anni)

Il 68% degli insegnanti riferisce che gli studenti mai o quasi mai chiedono aiuto per gestire situazioni di disagio online che non sono in grado di affrontare,

Tuttavia il 58% dei docenti afferma che gli studenti si dimostrano aperti a parlare delle proprie attività online, tanto che il 48% degli studenti aiuta gli insegnanti a elaborare, presentare, pubblicare contenuti digitali in ambito didattico.

Ciò nonostante il 46% degli studenti mai o quasi mai parla agli

insegnanti di ciò che li spaventa in Rete, mentre il 44% lo fa solo sporadicamente.

La preparazione della scuola

La maggior parte degli insegnanti (47%) dichiara di sentirsi abbastanza in grado di aiutare i propri studenti ad affrontare problematiche digitali.

Una percentuale significativa (23%) si sente invece sicura di poter fornire un supporto adeguato.

Una larga parte dei docenti, però, ritiene che i temi della

sicurezza digitale (51%) e dei rischi/minacce online (53%) non siano trattati adeguatamente.