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#sesonrose porta il teatro nella scuola, per rappresentare il lento processo di oppressione, vessazione, a volte violenza, che può verificarsi in un rapporto di coppia sbilanciato e tossico. Un’occasione di riflessione comune per gli studenti della provincia di Novara coinvolti nel progetto di educazione al rispetto di genere e di prevenzione alla violenza sviluppato da Pepita con il sostegno di Fondazione Comunità Novarese Onlus. Lo spettacolo “Barbablù e Rossana”, interpretato dalla Compagnia Mattioli, è in programma lunedì 30 maggio, presso il collegio Don Bosco di via Dante 19, a Borgomanero, e martedì 31 presso l’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara, Baluardo La Mormora, 14.
La cultura e l’arte possono essere delle straordinarie leve per superare pregiudizi e stereotipi, ma anche per favorire riflessioni su situazioni che spesso vengono date per scontate, “normali” e tollerate. 

Dopo la fase di ascolto rivolta agli insegnanti e ai docenti, dopo i laboratori e le testimonianze, è il turno della pièce teatrale ispirata alla celeberrima fiaba popolare. Una trama adattata ai ragazzi e finalizzata a riconoscere e prevenire le prevaricazioni e le distorsioni relazionali, contrastare la manipolazione tipica delle relazioni soffocanti e a individuare le strade per la tutela e le vie d’uscita.

#SeSonRose, infatti, rimette al centro della formazione l’ascolto, accompagnando i ragazzi lungo un ragionamento autonomo.
Un percorso alla scoperta delle parole, dei sentimenti e dei comportamenti – collettivi e individuali – da attuare a prevenzione della violenza di genere in ogni sua forma. 

In questi mesi, i giovani studenti delle classi destinatarie del progetto hanno lavorato con gli educatori, psicologi e pedagogisti di Pepita per sviluppare dentro di sé la consapevolezza di quanto stereotipi e pregiudizi costituiscano il terreno fertile per la violenza di genere. 

Alla visione dello spettacolo si prevede l’interazione con una psicologa, volta a riprendere i punti salienti dell’intreccio a favore dell’emersione sia dei percepiti sia della morale sottesa. 

La fiaba “Barbablù e Rossana”, anche grazie alla scenografia, alle musiche e ai costumi ben rappresenta tutti i passaggi emotivi della timida Rossana, che si lascia coinvolgere da una passione insana, ma per lei assolutamente vera e piena di speranza, verso un domani che forse alla fine riuscirà ad affrontare in modo più consapevole.

Il teatro è una grande palestra di partecipazione, capace di generare empatia tra il palco e la platea. Uno straordinario  scambio di emozioni che rafforza spirito  critico e senso della comunità, dentro e fuori la rete.

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