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Bullismo, cyberbullismo, sexting, sextorcion, linguaggi d’odio e polarizzazioni. Una larga parte di questi fenomeni presenta un denominatore comune: la discriminazione di genere.

Identità di genere: pregiudizi e retaggi

Le battaglie politiche sulla cultura gender si sono tradotte in una partita ideologica. Da un parte il mondo adulto, con i suoi pregiudizi e i suoi retaggi novecenteschi, dall’altra la percezione dei ragazzi definiti, non senza superficialità, “generazione fluida”, ma che in realtà denunciano l’assenza di quei riferimenti che possano aiutare a conoscere se stessi e le proprie emozioni, rispecchiandosi nella sensibilità altrui.

L’identità di genere riguarda questi principi e poco ha a che spartire con l’orientamento sessuale, passaggio successivo alla percezione del proprio corpo e all’importanza di rispettarlo, a partire dalla sua intimità. Questa consapevolezza rappresenta il primo strumento per impattare quegli ostacoli che i nostri figli incontrano ogni giorno lungo il loro percorso di crescita.

Dai linguaggi stereotipati, come “gentil sesso” o “sesso debole”, alle piccole grandi discriminazioni di genere che si presentano loro in famiglia e nella loro comunità, a partire dalla scuola. Queste contaminazioni sono alla base di comportamenti replicati inconsciamente già dall’infanzia e che spesso si possono tradurre in adolescenza attraverso condotte negative e violente di varia misura. 

Nell’ambito dell’identità di genere, il mondo adulto avrebbe la responsabilità di rappresentare un esempio, laddove i luoghi comuni, le categorizzazioni forzate e le malposte ironie ancora resistono nella cultura popolare dei millennials.

Identità di genere: solo una questione di “schwa”?

Se un certo machismo, unito a sessismo, maschilismo e omofobia, ha imperversato nel costume pop almeno fino alla prima decade del nuovo millennio, le battaglie civili a tutela di ciascuna rappresentanza di genere sono state oggetto di una spinta centrifuga che ha concentrato sforzi e attenzioni sui dettagli di una certa comunicazione, piuttosto che sulla sostanza dei valori.

Il fenomeno “schwa”, in cui affidiamo ad un carattere la comprensione di un concetto, non può che passare sopra le teste e i cuori delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.

Identità di genere: la connessione con il mondo digitale

Non a caso le nuove generazioni cercano nel web e sui social quei riferimenti per dare forma alla propria dimensione umana, di genere e sessuale. Naturalmente non in quest’ordine naturale e progressivo, ma con tutti i rischi connessi alle sovrapposizioni dei linguaggi digitali, con evidenti conseguenze in termini di confusione, smarrimento e solitudine. Le performance di un cantante, le posizioni degli influencer e la quotidianità delle web star che strizza l’occhio alle vecchie soap contribuiscono sì all’identità digitale, ma non possono rappresentare un parametro educativo per i più giovani.

Baby utenti che certamente possono divertirsi e appassionarsi ai contenuti di una pagina Instagram e alla narrazione di un canale youtube, senza però riuscire a trovare quelle risposte fondamentali ai loro bisogni, spesso inascoltati. Da qui la spassionata richiesta da parte di tutti gli esperti, non ultime le stesse piattaforme digitali, di rispettare l’età minima per l’iscrizione dei minori ai social network e alle App di messaggistica.

Identità di genere: l’importanza della relazione educativa

A discapito dei device e della dimensione digitale, il primo baluardo per la formazione di se stessi rimane la relazione educativa con gli adulti, in famiglia come a scuola, in oratorio come nei centri sportivi e nelle attività culturali e ricreative. La stessa neuropsichiatria infantile attribuisce alla semplice osservazione di un esempio positivo una prima risposta a quella fame ancestrale di identità che accomuna i nostri figli. Bambini che sapranno rivolgere, ciascuno con i propri tempi e la propria modalità, quelle domande e quelle richieste che disegneranno la propria identità di genere con la leggerezza e la poetica che solo i più piccoli sanno regalare.

Una scalata fatta di piccoli passi quotidiani, ma sempre con la consapevolezza di poter prendere per mano un genitore, un parente, una maestra o un’insegnante.

Identità di genere: un webinar dedicato

Educazione all’affettività, prevenzione della violenza e della discriminazione di genere online, sono solo alcuni degli obiettivi dell’ultimo dei 5 webinar organizzati da Pepita a supporto di genitori, educatori e insegnanti. Pedagogisti, psicologi ed esperti saranno a disposizione dell’educatore di oggi attraverso tre moduli che accompagneranno gli iscritti in un percorso formativo a 360 gradi, con testimonianze e dibattito conclusivo. Dalle nuove tendenze nella popolazione giovanile, al ruolo dei social. Dalla comunicazione inclusiva alla prevenzione e gestione delle problematiche in famiglia, fino alla valorizzazione delle differenze.

Appuntamento per sabato 11 marzo, dalle 9,30 alle 12,30.

Per info e iscrizioni: https://www.pepita.it/pepita-educa/incontri-formativi/